(noto in Occidente con il nome di
Avempace). Filosofo, matematico,
medico, studioso di musica spagnolo di origine araba. Fu uno dei primi filosofi
della Spagna musulmana e derivò il suo pensiero dall'Aristotelismo e dal
Neoplatonismo. Commentò alcuni libri aristotelici, ma ebbe fama
soprattutto per gli scritti di mistica filosofica. In essi professò la
teoria dell'unità degli intelletti umani, che fu poi sviluppata da
Averroè. In campo astronomico, criticò le rappresentazioni
geometriche dei moti planetari di Tolomeo, anticipando così le critiche
di Ibn Tufail, Alpetragio e Averroè. Per la cultura giudaica e cristiana
ebbero inoltre particolare valore
La guida del solitario e l'
Epistola
del commiato dove egli descrisse, in chiave platonizzante, le
caratteristiche dell'aristotelismo arabo e l'ascesa dell'uomo alla conoscenza
del mondo dall'unione mistica con Dio (Saragozza seconda metà XI sec. -
Fez 1139).